E’ davvero semplice e veloce da preparare! Lo potrei quasi considerare il “mio” dolce. Ve lo devo dire: se c’è un tratto della mia vita che sto proprio cercando di migliorare è quello della semplicità. Tagliare i rami secchi, le strade che non portano a niente, le complicazioni non richieste. E il Corollo risponde appieno al mio attuale bisogno di praticità coniugata alla qualità, oltre a ricordarmi nonna Caterina, che ha vissuto la sua infanzia a Pomonte.
Proseguiamo quindi la riscoperta dei sapori tipici elbani nella Settimana Santa, ponendo questa volta la nostra attenzione al versante occidentale dell’isola. Infatti se per Pasqua a Rio e Capoliveri si prepara la Sportella (di cui abbiamo ampiamente parlato), nei paesi sotto il Monte Capanne da Marciana a Campo, é consuetudine fare il Corollo con la sua caratteristica forma a ciambella. E sulle tavole non manca mai: non solo per Quaresima ma anche per tutte le altre festività, essendo di buon auspicio, sebbene sia soprattutto considerato simbolo di Primavera.
Ingredienti 300 gr Farina 00 250 gr Zucchero (150 gr Burro ) 3 Uova intere 1/2 Bustina di lievito 1 bicchiere di Liquore all’anice (Sambuca) 1 bicchiere di Latte intero Q.b. Scorza grattugiata di limone |
Originariamente veniva preparato nei forni comuni o di vicinato. Cominciamo montando a parte le uova con lo zucchero e vi aggiungiamo la scorza di limone non trattato. Il lievito lo facciamo sciogliere nel latte tiepido. Quindi prepariamo la fontana di farina e ci mettiamo le uova montate, che andremo ad impastare piano piano assieme a tutti gli altri ingredienti (latte con lievito, liquore e chi vuole anche il burro – non presente nella ricetta originaria) fino ad ottenere un composto omogeneo, liscio e chiaro. Imburriamo e rivestiamo di carta da forno lo stampo per la ciambella. Vi disponiamo la pasta a corona e mettiamo in forno statico Cottura 180°C per una durata di minuti 35″. Verifichiamo la cottura con un stecchino. Spolverata finale di zucchero a velo et voilà!
Curiosità
La tradizione vuole che nel paesino di San Piero, sopra Marina di Campo, la notte del 30 Aprile i ragazzi celibi detti maggiolanti intonassero una serenata a tutte le ragazze nubili. Le ragazze, a cui era stato dedicato il Canto di Maggio, ricambiavano la mattina seguente Primo Maggio con i Corolli preparati da ciascuna di loro, che i maggiolanti raccoglievano appunto dopo la nottata di serenate, infilandoli ad un palo infiocchettato (da cui la forma a ciambella)!
Immagine di copertina by Mokapest on Flickr