Partiamo da un assunto: meditazione è medicazione. Tutti gli studi scientifici in merito confermano i benefici sulla salute e sul funzionamento dei nostri processi mentali, che la pratica meditativa induce in tutti gli individui.

Questi giorni di quarantena sono dunque il momento ideale per iniziare a meditare! Prima di tutto perché abbiamo molto tempo a disposizione da dedicare a noi stessi. In secondo luogo perché questo tempo lo dobbiamo impiegare stando il più possibile in casa. Terzo, ma non per ordine di importanza, perché meditare innalza le nostre difese immunitarie, conferendoci sicurezza e pace interiore e allontanando tutta la gamma di emozioni negative di cui potremmo essere facilmente preda a fronte delle notizie drammatiche divulgate dai telegiornali. Ma entriamo più nel dettaglio.

Esistono tanti tipi di meditazioni: tante quante le tradizioni culturali, laiche e religiose, sparse per il mondo! Oggi va molto di moda la pratica della Mindfulness che ha i suoi più celebri esponenti in Jon Kabat-Zinn e nel monaco buddista vietnamita Thich Nhat Hanh ed il cui scopo principale è portare chiarezza, significato e consapevolezza ad ogni gesto quotidiano e ad ogni respiro che facciamo. A questo approccio possiamo far afferire anche l’insegnamento di Eckhart Tolle (autore del libro “Il potere di Adesso“).

Voglio sfatare un pregiudizio comune: la pratica meditativa non è solo prerogativa dell’Oriente! Infatti, sebbene sia nata in India, ed abbia trovato fertile terreno con la diffusione del Buddismo nei Paesi limitrofi, esiste anche una via Occidentale alla pratica. La possiamo trovare nella tradizione cristiana dell’Esicasmo, quale parte essenziale della preghiera silenziosa, portata avanti in Italia da padre Antonio Gentili (autore del celebre “Dio nel Silenzio“) e padre Mariano Ballester (Meditazione Profonda ed Autoconoscenza di Sé). Ho avuto l’onore ed il piacere di frequentare seminari con entrambi i religiosi che favoriscono un’approccio aperto, volto al dialogo interreligioso, ed introducono magnificamente alla pratica, quale incontro intimo con noi stessi e con la dimensione assoluta che per i fedeli è Dio e per gli altri è l’Universo.
I. Quando Praticare

Ogni momento va bene, anche se è preferibile al risveglio. Inserite la pratica nella vostra morning-routine, anche solo cinque minuti prima di fare colazione: vi fornirà l’energia giusta per affrontare la giornata in connessione con il mondo! Un’altro momento particolarmente indicato è la sera al tramonto del sole, e infine la notte prima di andare a dormire. E’ buona norma prima di riposarsi fare una ricapitolazione di quanto accaduto durante il giorno e visualizzare cosa faremo il giorno seguente. La meditazione ci induce lo stato di rilassamento adatto a conciliare meglio il sonno. Non è importante la durata della meditazione, quanto la sua costanza e quotidianità.
II. Dove Praticare

Possibilmente meditate sempre nello stesso luogo. La camera da letto va benissimo, così come il soggiorno o uno spazio del giardino. L’importante che sia un posto accogliente, dove state a vostro agio, non freddo, e dove non ci siano distrazioni sonore e non veniate disturbati da nessuno. Il silenzio è per me essenziale. Ciò non toglie che altre persone preferiscano una musica rilassante di sottofondo, oppure una voce che conduca la seduta. Lontani da onde elettromagnetiche, cellulare spento, e magari accendete dell’incenso per aumentare il comfort e l’esperienza sinestetica.
III. Come Praticare

Per prima cosa scegliete una posizione comoda, seduti su una sedia o in terra con le gambe incrociate, purché la schiena sia dritta, in modo che l’aria possa entrare e uscire con facilità dai polmoni e dal diaframma. L’abbigliamento sciolto: pigiama o tuta da ginnastica vanno bene, se avete una cintura slacciatela. Le braccia e le mani lasciatele cadere sulle gambe, se preferite accogliete la mano sinistra nella destra semiaperte, senza stringere. Ora chiudete gli occhi e restate in ascolto del vostro respiro, che avverrà solo ed esclusivamente con il naso, in maniera dolce e regolare. Un respiro diaframmatico che riempie il basso ventre per poi raggiungere i polmoni. Quindi abbandonatevi ad esso senza pensare a niente.

Osserviamo il flusso di pensieri ed immagini della nostra mente con occhio amorevole e con accettazione. Stiamo con quello che c’è, senza però esserne portati via. Non reprimiamo niente, gli daremo solo più forza. Però torniamo a concentrarci sul respiro. Abbiamo la libertà di starcene fermi e calmi nonostante le tempeste: questo è l’insegnamento alla base. Restiamo in questo stato per almeno 5 minuti. Poi piano piano riusciremo a stare di più.
Non pensare di perdere tempo, non pensare ai tuoi problemi quotidiani, distaccati. Lo scopo della meditazione è proprio questo: sentirti nel mondo ma non del mondo. Lascia che i fardelli del tuo piccolo io scompaiano in questa nuova dimensione. E soprattutto sentiti come un tramite: una coppa che riceve dell’acqua fresca, senza metterci alcuno scopo, alcuna richiesta o desiderio. Gustavo Rol diceva “Io sono la grondaia“. Siete solo un canale, fate scorrere l’acqua dall’alto fino in basso. |
Quando si prega è il nostro Io che si rivolge a Dio dal basso verso l’alto. Quando si medita il procedimento è in verso. E’ un procedere dall’alto al basso, dal fuori al dentro. Un ri-centrarsi, sapendo che l’esterno è sempre riflesso dell’interiorità. Il nativo americano Frank Fools Crow asseriva “Quando gli spiriti mi parlano io sono come un osso vuoto“, anche per lui l’importante era servire da tramite, senza metterci Ego.
IV. Tanti tipi di Meditazioni
Esistono diverse tipologie di meditazione: oltre alla meditazione silenziosa ad esempio si possono trovare in rete anche delle meditazioni guidate da una voce (tra cui rientra la potente “Meditazione dei Cuori Gemelli” per il risveglio delle nostre qualità latenti e per il benessere), così come le meditazioni dinamiche che inducono dei cambiamenti esteriori tramite l’uso di modelli e visualizzazioni (come il Silva Mind Control). Sta a te scegliere il percorso con cui ti trovi più in sintonia. Tra gli autori che maggiormente mi hanno influenzato non posso dimenticare Yogananda con la sua “Autobiografia di uno Yogi”. Non stare però a leggere mille libri sull’argomento. L’importante è cominciare. Non rimandare. E ricorda che la cosa più importante è la costanza: ogni nuova abitudine ha bisogno di tempo per radicarsi. C’è chi parla della regola dei 21 giorni, ma per ognuno è diverso. Siediti, chiudi gli occhi e sintonizzati con la tua essenza!
Immagine di copertina di Matteo Di Iorio presa da Unsplash